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MASSIMO DE PAOLI IN CATTEDRA A CATANZARO

Al corso per collaboratori della gestione sportiva in corso di svolgimento a Catanzaro il professor Massimo De Paoli, responsabile del Settore giovanile del Brescia calcio, ha tenuto una apprezzata lezione su “L’analisi tecnica della partita di calcio e del calciatore”.

Riportiamo qua di seguito una sintesi del suo intervento.

 

Massimo De Paoli

Il saper vedere: analisi tecnico-tattica di partita di calcio.

 

Premessa

Che l’intelligenza sia determinata eminentemente da fattori ambientali, educativi e sociali più che da fattori genetici e che sia assai arduo procedere a una sua “misurazione” è ormai noto.

Condivisibile appare inoltre l’idea che l’intelligenza possa essere considerata come sistema di architetture cognitive differenziate; essa si articolerebbe invero in una pluralità diformae mentis

Il potenziamento dell’intelligenza logico-matematica predisporrà al ragionamento (per induzione o per deduzione), all’individuazione di relazioni e di nessi causali, alla capacità di astrazione e di generalizzazione, alla gestione di parametri oggettivi relativi alla gara o all’allenamento.

Lo sviluppo dell’intelligenza spaziale preordinerà alla percezione delle diverse forme (nel nostro caso il riferimento è alle differenti disposizioni che i giocatori di una squadra assumono in campo durante lo svolgimento di una partita) al discernimento di configurazioni, all’analisi della posizione dei vari enti nello spazio, al riconoscimento delle relazioni fra più oggetti e/o individui (relazioni fra giocatori in possesso di palla e loro avversari o fra giocatori della stessa squadra ma con un ruolo differente – un difensore o un centrocampista piuttosto che un attaccante), alla visualizzazione mediante la costruzione diimmagini mentali (saper vedere delle diagonali o lo spazio vuoto compreso fra differenti linee difensive), all’orientamento, alla rappresentazione grafica e alla modellazione delle informazioni spaziali.

 

La lezione

L’incontro con i corsisti di Catanzaro è stato suddiviso in tre momenti principali sottesi a una precisa logica didattica – problemsolving, learning by doing, reflectivelearning-

necessari per affrontare il tema dell’incontro, ovvero il saper vedere.

Dopo aver distinto il saper vedere individuale da quello collettivo si è posto il focussulla necessità di predisporre una griglia di osservazione.

Importante è stata la discussione sui motivi che rendono indispensabile la condivisione da parte di tutti della “griglia” stessa.

 

Le fasi

– iniziale:sono stati presentati i fattori principali della griglia di osservazione (le strategie, i principi di tattica collettiva e individuale, i gesti tecnici e coordinativo-motori).

La condivisione di questi concetti è conditio sine qua non per un saper vedere collettivo.

Inoltre si sono formati i gruppi (ogni gruppo ha poi “eletto” il proprio capogruppo) e assegnati i temi ovvero cosa osservare (alcuni fattori della griglia di osservazione analizzata in precedenza).

Si è fissato, il flusso di comunicazione da rispettare nella fase centrale caratterizzata dalla visione di filmati: il docente comunica con i capogruppo, ogni componente del gruppo comunica con il proprio capogruppo.

 

– centrale: in questa fase si sono dapprima commentati e fatti vedere brevi spezzoni di partite e in seguito -dopo aver fissato i tempi della visione e della discussione di ogni singolo gruppo su quanto visto e aver indicato le modalità per la predisposizione di un breve report- i corsisti hanno interagito fra loro con l’obiettivo di saper vedere una partita di calcio in modo specifico e condiviso, basato sull’intuizione ma anche su parametri oggettivi (alcuni gruppi ad esempio avevano il compito di osservare la squadra in possesso di palla, altri quella in non possesso oppure alcuni componenti dello stesso gruppo dovevano osservare l’applicazione corretta o meno di un particolare principio  di tattica individuale o collettiva o di un gesto tecnico).

 

– finale:dopo la presentazione, fatta daogni capogruppo in aula, dei report riguardanti la visione collettiva e individuale di brevi filmati di partite (la durata della visione è variata da pochi secondi a qualche minuto, mentre le partite si sono riferite sia a prime squadre sia al settore giovanile) si è discusso e dibattuto non solo su “cosa” si è osservato ma soprattuttosu “come”lo si è fatto.  Acquisire il corretto approccio metodologico al saper vedere costituisce il primo passo per una corretta analisi e interpretazione di qualsiasi situazione di gara.

Il saper vedere costituisce una premessa indispensabile al saper decidere.

 

Tutti i partecipanti hanno manifestato passione, entusiasmo impegno.

Complimenti!

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