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L’importanza della formazione dilettantistica e non solo

Tra i docenti che, sin dall’inizio, hanno particolarmente valorizzato i Corsi per Collaboratori della Gestione sportiva, sicuramente vi è l’Avvocato Mattia Grassani che l’ADISE ha intervistato in occasione della recente esperienza formativa di Brescia. Avvocato, come si é sviluppata la lezione che ha tenuto al Corso per collaboratori della gestione sportiva di Brescia? Che tipo di riscontri ha avuto dai partecipanti? Come ormai accade sempre più di frequente, si è trattato di una classe di corsisti partecipativi, preparati ed appassionati. Gli ammessi, gran parte dei quali già inseriti nel movimento calcistico, hanno manifestato una notevole sensibilità agli aspetti gestionali del club, ponendo domande interessanti e rendendosi protagonisti di una interazione certamente produttiva per tutti. Cosa pensa dell’esperienza di questi corsi per collaboratori? Come potrebbero evolvere nel prossimo futuro? Indubbiamente la formazione dilettantistica, cosiddetta di base, rappresenta un momento fondamentale nel percorso di ogni dirigente sportivo che intenda affacciarsi a tale professione. La formazione, per cui il nostro paese è all’avanguardia nell’Unione europea, anche con riferimento agli allenatori, rappresenta ormai una necessità, visti i crescenti oneri, impegni e responsabilità che un dirigente di club deve sostenere ogni giorno. Certamente, sarebbe interessante, ma anche credo proficuo, che il corso per collaboratori della gestione sportiva rappresentasse uno step necessario per chi frequenta il corso di Coverciano per l’abilitazione come Direttore Sportivo, perché consentirebbe all’aspirante DS di affacciarsi con maggiore gradualità a tematiche che l’accompagneranno per tutta la vita professionale. Recentemente vi è stata l’introduzione dell’accordo economico per i Collaboratori della Gestione sportiva tesserati per Società che disputano il Campionato di Serie D  ed i Campionati Nazionali del Dipartimento Femminile. Che importanza ha questo strumento per la figura del Collaboratore e quali potrebbero essere gli ulteriori sviluppi per questa figura? Si tratta di una svolta epocale perché, per la prima volta nella storia, la FIGC garantisce riconoscimento e tutela ad accordi economici stipulati da dirigenti del settore dilettantistico. Tale innovazione permetterà, a coloro che saranno abilitati come collaboratori della gestione sportiva, di operare per il club di appartenenza con la tranquillità che l’adempimento dell’accordo economico raggiunto sia riconosciuto anche dalla Federazione, la quale ha istituito due livelli di giudizio per dirimere le possibili controversie in tempi rapidi e senza costi eccessivi (Commissione Accordi Economici LND in primo grado e Tribunale Federale Nazionale, sezione Vertenze Economiche, in appello). Inoltre, sussiste un sistema disciplinare interno che sanziona con la penalizzazione di punti in classifica e l’esclusione dal campionato di competenza le società che non onorano le decisioni adottate dai giudici federali. Come prospettive future, ritengo che, presto, i Presidenti si renderanno conto dell’importanza di dotarsi di collaboratori formati ed abilitati, in grado di condurre il club in maniera diligente e professionale, con l’auspicio che, in un prossimo futuro, sia introdotta l’obbligatorietà, quantomeno nei campionati dilettantistici nazionali, di almeno un dirigente munito dell’abilitazione di collaboratore della gestione sportiva nonché l’estensione ai collaboratori, come già accade per gli allenatori, anche in ambito regionale e provinciale, della facoltà di stipulare accordi economici riconosciuti da parte della FIGC.

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