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L’importanza dei corsi di formazione: intervista a Silvano Turrin

Nei giorni scorsi si è tenuta, al corso per Collaboratori della Gestione sportiva di Bologna, una lezione di Silvano Turrin sul tema dei “Rimborsi spese dei tesserati dilettanti”, che, per l’occasione, ha rilasciato un’intervista all’ Adise. Appassionato di calcio, ha ritenuto di offrire volontariamente la sua professionalità al mondo sportivo dilettantistico sin dal 1981 quale Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del CR Veneto LND. Successivamente a partire dagli anni 2000, fin dalla costituzione, per più di dieci anni, presidente della Commissione Nazionale per le Problematiche Amministrative e Fiscali della LND – FIGC, ha collaborato, durante la presidenza Tavecchio, alla riforma della contabilità generale della Lega e dei suoi Comitati Regionali congiuntamente alla redazione del Nuovo Regolamento Amministrativo – Contabile nonché alla costituzione del “Servizio Interno Verifiche Amministrative” (SIVA), del quale è stato Presidente e Coordinatore. Da sempre cura la rubrica “FISCO” della Rivista “Il Calcio Illustrato” dedicato alle Società Sportive Dilettantistiche LND. Dott. Turrin, cosa pensa di questi corsi ? E’ indubbio che i corsi organizzati da Adise aiutano a far formazione nell’ambiente dello sport dilettantistico in quanto, come usava dire l’attuale Presidente della FIGC Carlo Tavecchio durante la sua lunga presidenza in Lnd, è necessario, in una società moderna ed in continua evoluzione, essere dei professionisti nel dilettantismo al fine di valorizzarne i contenuti. Infatti, l’associazione spontanea tra soggetti che intendono svolgere una attività ludica deve necessariamente concretizzarsi  in un Ente sportivo capace, nel contempo, da una parte di rappresentarsi adeguatamente alla collettività in cu intende operare fornendo la giusta trasparenza della sua struttura e, quindi, della propria governance, dall’altra di saper offrire le adeguate  garanzie per lo svolgimento della attività sportiva da parte dell’atleta. Dunque, queste esperienze formative sono estremamente importanti perché ormai è cambiata la nostra società e chi opera nello sport deve dare alla propria attività una struttura patrimoniale e finanziaria in grado di assicurare una certa continuità, considerata la valenza sociale che nel tempo hanno assunto gli enti sportivi, sostituendosi molto spesso allo Stato nelle sue funzioni di erogatore di servizi alla collettività nel campo delle attività del tempo libero. Perciò, chi si avvicina al mondo dello sport dilettantistico deve prestare particolare attenzione a tutti gli aspetti strutturali ed organizzativi, che vanno dalla forma giuridica che deve assumere l’Ente sportivo in linea con le proprie finalità al modello di corporate governance da adottare, in quanto è ormai necessario possedere una precisa capacità conoscitiva delle norme giuridiche che disciplinano il Settore sportivo ed una effettiva familiarità con le leggi ed i regolamenti che governano le specifiche discipline sportive. Concetti, questi ,che cerco di trasmettere negli articoli che periodicamente curo per la Rivista “Il Calcio Illustrato” nella rubrica dedicata al fisco. Come è stata la lezione che ha tenuto al Corso di Bologna? La lezione ha avuto come filo conduttore alcuni dei miei recenti articoli, tra cui quello dedicato ad “Emolumenti e rimborsi spese agli amministratori”, uscito sul numero di aprile 2015, nel quale ho cercato di rispondere alla domande dei corsisti sul tema dei rimborsi spese, partendo dalla fatidica soglia dei 7.500 euro e, quindi, cercando di condividere una chiave di lettura iniziale rispetto al contesto fiscale in cui operiamo. Ma tanti altri sono stati gli argomenti che hanno coinvolto i partecipanti, dalle normative sul volontariato e sul terzo settore per arrivare alle società di capitali senza fini di lucro, introdotte con l’Art. 90 della legge N° 289/2002. Ed in questo senso, rispondendo alla domanda sulla convenienza tra un’associazione sportiva o una società a responsabilità limitata, abbiamo focalizzato l’attenzione sui minori rischi che hanno i  soci di queste ultime società che, nella peggiore delle ipotesi, possono rimetterci solo le proprie quote, se si escludono responsabilità di natura penale. Tanti aspetti, dunque, della vita quotidiana delle realtà sportive dilettantistiche rispetto ai quali, nelle mie precedenti esperienze, ed attualmente negli articoli che scrivo, ho sempre cercato e, tuttora cerco, di trasferire sottolineando la necessità di un’attenta organizzazione dell’ Ente sportivo, al di là delle problematiche fiscali che lo investono che, pur rivestendo un aspetto particolarmente “sofferto” , non deve condizionare la voglia di fare sport.

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