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Workshop: ” La centralità e l’importanza del ruolo del Direttore Sportivo nelle società moderne”

L’evento più importante della seconda giornata di Calciomercato all’Hotel Melià è stato senza dubbio il workshop organizzato da ADISE, che ha visto la partecipazione di numerosi protagonisti del calcio italiano. Ad inaugurare l’incontro è stato il Presidente dell’Associazione Direttori Sportivi Italiani, Giuseppe Marotta, che ha posto l’attenzione sulla centralità del Direttore sportivo all’interno di un percorso di crescita e rinnovamento del calcio italiano. L’AD della Juventus, dopo aver salutato la platea, si è focalizzato sul momento di grande cambiamento che questo sport sta attraversando: non più il calcio “romantico” di un tempo, che segnò l’epoca dell’inizio di Marotta come dirigente, bensì una vera e propria industria, che si trova sempre più spesso a fare i conti con bilanci, transazioni finanziarie e investimenti stranieri. Ecco perché, ha poi proseguito il Presidente di ADISE, è importante che si sviluppi una comunione d’intenti tra le società di calcio e le istituzioni. Dalla centralità del direttore sportivo e dei dirigenti delle società fino agli organismi che amministrano l’industria del calcio italiano: la parola è passata a Carlo Tavecchio, Presidente della FIGC, che si è detto collaborativo ed ha auspicato numerosi incontri come questo anche in futuro. Hanno concluso la parte introduttiva i Direttori generali delle tre leghe professionistiche italiane. Marco Brunelli (Lega A) ha parlato della complessità delle società calcistiche, attorno alle quali ruotano moltissimi stakeholders; il compito del Direttore sportivo è proprio quello di risultare come figura centrale tra questi soggetti, che sono sempre più numerosi. Paolo Bedin (Lega B) e Mario De Luca (Lega Pro) hanno invece posto l’attenzione sulla riflessione legata a più temi, che spaziano dal diritto all’economia, dal mercato al settore giovanile. L’incontro è poi proseguito con la consegna di tre premi: a Remo Micheli, al fianco di ADISE fin dalla sua nascita e a Sabatino Cantore, che non ha potuto ritirare il premio. Il trofeo ADISE quest’anno è andato invece a Giorgio Perinetti, per il suo grande lavoro effettuato nella rinascita di una società importante come il Venezia. Dopo la consegna di questi riconoscimenti sono intervenuti nell’ordine il giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo, autore del libro “I veri padroni del calcio mondiale”. L’autore ha fatto un discorso molto interessante collegando alcuni fatti in apparenza lontani dal mondo del calcio, come gli attentati a Parigi e Barcellona, la sponsorship del Qatar, sempre più isolato geopoliticamente, ma sempre più interessato ad esser protagonista nel calcio mondiale (si veda l’acquisto di Neymar da parte del Psg e i futuri Mondiali del 2022). A seguire è intervenuto Claudio Fenucci, AD del Bologna, che si è focalizzato sulla centralità del Direttore Sportivo in un organigramma societario sempre più ampio e più vasto, a causa dei numerosi soggetti con i quali le aziende che fanno calcio si trovano a collaborare. Dopo l’intervento dell’AD è stata la volta dell’avvocato Grassani, da sempre protagonista nel mondo del calcio italiano, che ha dato il suo contributo rispetto all’importanza delle amministrazioni e della partecipazione del diritto nelle pratiche del mercato e non solo. La particolarità delle trattative, delle clausole e di molti altri aspetti contrattuali che necessitano di una copertura legislativa per essere utili alla crescita del movimento calcistico. Un mondo sempre più complesso e soggetto a cambiamenti, nel quale la comunicazione e gli investimenti stranieri diventano sempre più importanti e nel quale la figura del Direttore sportivo deve tornare ad avere centralità. La crescita del calcio italiano passa da questa figura, sintesi tra il calcio romantico di un tempo e il business calcio di adesso, e il rapporto attivo con le istituzioni. Il dibattito finale è stata una perfetta fotografia di questo concetto: un DS storico del nostro calcio come Giorgio Perinetti, i rappresentanti di due grandi club (per l’Inter Piero Ausilio e Walter Sabatini, vicino a Giuseppe Marotta) e il Presidente di una realtà piccola ma vincente come la Virtus Entella (Antonio Gozzi) hanno risposto in modo rilassato e informale alle domande del giornalista della Gazzetta Carlo Laudisa, in un clima di collaborazione e reciproco rispetto. Il workshop di ieri è stato un ottimo punto di partenza per una progressiva crescita del calcio italiano, che passa dalla collaborazione e dalla centralità della figura del Direttore sportivo.

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