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Intervista a Carlo Laudisa sul convegno del 14 novembre

Intervista a Carlo Laudisa vice caporedattore de La Gazzetta dello Sport, moderatore della tavola rotonda dello scorso 14 novembre a Milano con protagonisti Giuseppe Marotta e Carlo Tavecchio. Per poter tracciare un bilancio sul convegno di lunedì 14 novembre, abbiamo intervistato Carlo Laudisa, giornalista e vice caporedattore de La Gazzetta dello Sport, che ha moderato la tavola rotonda con protagonisti Giuseppe Marotta e Carlo Tavecchio. Quali sono state le sue impressioni dopo il convegno? Al di là dei tanti spunti giornalistici che sono emersi  dall’incontro, mi ritengo soddisfatto di quella che preferirei definire una chiacchierata, in senso positivo. Abbiamo toccato molti temi strategici per il presente e il futuro del calcio italiano. Sia Marotta che Tavecchio hanno fatto varie proposte e si è respirata un’aria piacevole dopo che in passato c’è stata qualche tensione di troppo tra i due”. Si sono toccati diversi tempi come quelli delle seconde squadre, il  rating e gli investimenti di capitali stranieri. Qual è la sua opinione a riguardo? “Penso che il punto nodale che sta a cuore a Tavecchio sia quello della riforma dei campionati. Uno snellimento è indispensabile sia per il campionato di A che per quelli di B e Lega Pro ma non sarà una strada facile. Quella del rating è un’idea che può portare diversi miglioramenti. Sulle seconde squadre bisognerà invece trovare un punto d’incontro con la Lega Pro, ci sarà da scontrarsi con gli interessi di una parte di calcio. Per quanto riguarda gli investimenti dei capitali stranieri, penso che siano indispensabili. L’esempio è quello della Premier League con Londra che è diventata una capitale economica calcistica dopo aver sfruttato i capitali stranieri per dare impulso al proprio calcio”. Da giornalista esperto, secondo lei quanto è importante il ruolo del direttore sportivo in una squadra di calcio? “Quella del direttore sportivo è una figura decisiva, nonostante negli ultimi tempi sembri essere passata di moda. Di recente sulla pagine de La Gazzetta dello Sport, ho approfondito la differenza tra Serie A e Premier facendo riferimento al ruolo di manager-allenatore che viene utilizzato in Inghilterra. Penso che questa sia una formula sbagliata. Sotto questo profilo la Juventus fa scuola: Marotta è un manager di primo livello ma non va trascurato nemmeno Fabio Paratici che è un grande direttore sportivo. Lo stesso Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, ha difeso il valore delle competenze delle singole persone a prescindere da quelli che lui ha definito gli algoritmi, ovvero i nuovi programmi di scouting. Il direttore sportivo deve avere buon occhio e una valigia sempre in mano. Come hanno detto sia Tavecchio che Marotta è importante una crescita di professionalità a tutti i livelli, ma le giovani leve di direttori sportivi avranno sicuramente una marcia in più anche da questo punto di vista”.

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